Peste Suina Africana
Il virus della Peste Suina Africana, dopo essersi diffuso ai Paesi dell’ Est Europeo, è stato isolato recentemente anche in Europa occidentale, in due cinghiali trovati morti in Belgio nel comune di Etalle, a pochi Km dal confine con Francia e Lussemburgo.
In seguito a ciò, il Belgio ha predisposto opportune misure sanitarie onde evitare l’estendersi della malattia agli animali allevati. Gli allevamenti suinicoli infatti risultano ad oggi “indenni dalla malattia”.
Allo stesso modo la Francia e il Lussemburgo hanno chiesto misure di protezione allertando i propri servizi di Sicurezza alimentare ed i Ministeri competenti.
L’espansione dell’epidemia di Peste Suina Africana sta provocando grossa apprensione in tutta l’Unione Europea.
La preoccupazione maggiore è che il virus possa arrivare in Germania che è attualmente il primo produttore di carne suina di tutta l’Unione Europea e il quarto a livello mondiale.
Anche l’Italia teme il rischio di diffusione: il nostro Paese importa dal Belgio suini vivi e carni fresche e lavorate per un valore di oltre 52 milioni , in crescita nel 2017 del 4% rispetto all’anno precedente.
Nella nostra Nazione la PSA è endemica in Sardegna. La Regione lotta contro tale virus da circa 40 anni e rappresenterebbe una vanificazione di tanti sforzi profusi per debellarlo , acquisire il virus dall’Estero.
In tale ottica il Ministero della Salute ha emesso una specifica nota informativa , richiamando l’attenzione sulle attività di vigilanza veterinaria da sostenere presso i macelli, gli allevamenti, le zone dove si svolge attività venatoria dei cinghiali e gli uffici preposti ai controlli transfrontalieri.
“Ogni caso sospetto di malattia va tempestivamente notificato al Servizio Veterinario competente per territorio che adotterà le misure operative necessarie come previsto dal Piano nazionale delle emergenze epidemiche“.
Nel corso del 2018 si sta assistendo ad una notevole espansione dell’epidemia di Peste suina africana nei territori dell’est Europeo , sia nella popolazione suina selvatica che in quella domestica (principalmente allevamenti rurali).
Caratteristiche della malattia: la Peste suina Africana (PSA) è una malattia altamente contagiosa che colpisce i suidi (domestici e selvatici) ad esito per lo più infausto, caratterizzata da lesioni emorragiche della cute e dei parenchimi. Il contagio avviene per contatto con soggetti infetti o con materiale infetto, ingestione di alimenti contaminati, attraverso la puntura di una zecca.
Non esistono vaccini né cure e pertanto la malattia ha gravi conseguenze socio-economiche nei Paesi in cui si diffonde. Tale patologia non si trasmette all’uomo.
Di seguito: un breve documentario di animazione con finalità esplicativa (fonte EFSA).
Situazione Epidemiologica in Europa: attualmente i focolai confermati nei territori dell’Europa dell’ est coinvolgono oltre 574 suini domestici ed circa 3300 cinghiali selvatici. I paesi interessati sono: Ungheria, Polonia, Federazione Russa, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, Romania, Ucraina, Moldavia. In Romania ad esempio sono 700 i focolai segnalati nelle ultime settimane; l’infezione si sta diffondendo salendo dal delta del Danubio e scendendo dalla Transilvania.
Grande rilevanza va attribuita al ruolo dei cinghiali, fonte di contagio per gli allevamenti domestici e per la popolazione dei selvatici.
La Danimarca per preservare la popolazione autoctona di circa 20 milioni di suini ha intenzione di costruire un muro di contenimento anti-cinghiale al confine con la Germania, soluzione prevista anche dalla Bulgaria nei confronti della Romania. Tuttavia, gli esperti locali non ritengano sia una valida soluzione.
Situazione Epidemiologica in Italia : In Italia tale patologia è presente in Sardegna. La Regione è impegnata da anni in un piano di eradicazione che sta dando ottimi risultati. Il Ministro della salute Grillo in una nota al Commissario europeo alla Salute e sicurezza alimentare Vynetis Andriukaitis afferma infatti: “l’eradicazione è come mai prima d’ora a portata di mano ed è un mio preciso impegno ottenere questo importante risultato”.
La valutazione dei risultati raggiunti ha portato lo stesso Commissario europeo alla Salute e sicurezza alimentare a chiedere un intervento di supporto all’Istituto Zooprofilattico della Sardegna per collaborare alla gestione dei focolai che attualmente si stanno diffondendo.
Di recente la FAO ha segnalato la comparsa di casi di malattia per la prima volta anche in Cina , probabilmente insorti in seguito alle importazioni di prodotti alimentari contaminati o di suini vivi.
Per controllare la diffusione della malattia il governo della Repubblica popolare Cinese ha già provveduto all’abbattimento di più di 24.000 suini in solo 4 province.
Da sottolineare che la Cina è uno dei principali paesi produttori di carne suina con circa la metà della popolazione mondiale di capi (500 milioni). Pertanto la diffusione dell’epidemia rappresenterebbe un serio rischio per l’economia del Paese Asiatico.
La FAO collabora con il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali Cinese per l’elaborazione di un Piano di emergenza contro la Peste suina Africana e lo sviluppo di specifiche capacità diagnostiche.
“Le Epidemie come queste sono importanti promemoria per tutti noi che dobbiamo lavorare insieme in uno sforzo multilaterale e integrativo per prevenire e rispondere alle epidemie di malattie animali perché queste non conoscono confini “. (Kundhavi Kadiresan – vice direttore Generale FAO e rappresentante regionale per l’Asia e il Pacifico).