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L’agenzia europea dell’ambiente avverte sui rischi per la salute legati all’aumento delle temperature. Centinaia di milioni di persone in più a rischio
Più dengue, diffusione di malaria, malattia del Nilo occidentale (West Nile): l’aumento delle temperature globali diventano una minaccia sanitaria. Nel dibattito sui cambiamenti climatici si pone attenzione alle ricadute ambientali, alla pressione sulla sicurezza alimentare, anche sulle ricadute sociali con il rischio di nuovi flussi migratori. Ma c’è un altro aspetto legato all’aumento delle colonnine di mercurio, ed è quello della salute.
L’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), nella sua valutazione dei rischi climatici di fresca pubblicazione, accede in riflettori sul cambiamento della diffusione di malattie oggi poco europee ma che europee potrebbero diventarlo. Il punto è che con nuove temperature si creano nuove condizioni anche per circolazione, proliferazione e resistenza di malattie, la cui gestione rischia di pesare, e non poco, sui sistemi sanitari nazionali e tradursi in nuovi costi per gli Stati.
https://www.eunews.it/2024/03/11/dengue-malaria-cambiamento-clima-europa/
Fonte: eunews.it
Il Ministero della Salute comunica che stante i risultati favorevoli della sorveglianza negli allevamenti suinicoli, nonché la richiesta della Regione Lombardia è stato rivalutato l’obbligo di validazione del Documento di Accompagnamento, pertanto tale adempimento resta vincolato solamente agli stabilimenti situati nelle zone soggette a restrizione per la peste suina africana (PSA). Per quanto riguarda le altre aree geografiche, si raccomanda una valutazione attenta e continua del rischio da parte degli osservatori epidemiologici (OEVR), in collaborazione con i Servizi veterinari locali e regionali, al fine di valutare la possibilità di estendere l’obbligo anche ad altre zone o singoli allevamenti.
È importante sottolineare che rimangono in vigore le ulteriori disposizioni indicate nella nota sopra menzionata, tra cui il test PSA sulla milza da eseguire in caso di aumenti anomali della mortalità, e l’obbligo di registrare i suini morti in allevamento entro 48 ore dall’evento se si trovano in zone soggette a restrizioni, e entro 7 giorni per il resto del territorio nazionale.

L’UE è la maggior esportatrice a livello mondiale di carne di maiale e prodotti derivati. I 5 milioni di tonnellate esportate ogni anno rappresentano una delle attività economiche più importanti nel settore agricolo in Europa. L’allevamento di suini genera l’8,5% della produzione totale del settore agricolo nei 27 Stati membri dell’UE. Poiché la domanda globale di carne di maiale è in aumento, la produzione in Europa potrebbe a sua volta subire un incremento.
Tuttavia l’industria suinicola continua a dover far fronte alla grave minaccia della peste suina africana (PSA), che provoca notevoli danni economici a livello nazionale in Europa, e non solo. Questa malattia altamente contagiosa si sta diffondendo in regioni europee precedentemente indenni.
Che cos’è la peste suina africana?
La peste suina africana è una malattia devastante che colpisce i suini di allevamento e i cinghiali selvatici. Questo virus, innocuo per gli esseri umani, provoca notevoli disagi socioeconomici in molti Paesi. Le aree colpite dalla PSA subiscono notevoli perdite finanziarie a causa della morte di animali, delle restrizioni alla loro circolazione e all’esportazione di carne nonchè del costo delle misure di controllo. Per debellare la malattia possono volerci diversi anni.
Al momento non esistono vaccini approvati contro la PSA in Europa, pertanto, nella zona interessata, un’epidemia può comportare la macellazione di un gran numero di suini allevati.
La malattia è ancora presente in molti Paesi dell’Unione europea (Bulgaria, Grecia, Cechia, Estonia, Germania, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia) e quattro Paesi confinanti (Moldavia, Ucraina, Serbia e Macedonia del Nord) e colpisce suini di allevamento e cinghiali selvatici, con notevoli differenze tra le diverse aree.

Un’epidemia di PSA può avere effetti estremamente devastanti: la prevenzione, l’individuazione e la segnalazione sono fondamentali per arginare questa malattia letale.
La campagna contro la peste suina africana è ormai al suo quarto anno. Il suo obiettivo è sensibilizzare gli allevatori di suini, i veterinari e i cacciatori fornendo una comprensione generale della PSA che possa essere condivisa da organizzazioni nazionali, regionali e locali di esperti della salute animale. La campagna mira inoltre ad aumentare la rapidità di segnalazione e prevenire la diffusione della malattia.
Questo pacchetto include i principi ispiratori della campagna, un’infografica e un set di post per i social media, utilizzabili per contribuire a informare il pubblico sui segnali della PSA, sulle misure di sicurezza da adottare e su chi contattare quando si rilevano casi sospetti.
La campagna, promossa dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), opera per l’eradicazione della peste suina africana in Europa.
Fonte EFSA a cui si rimanda per ulteriori informazioni:
Autorità europea per la sicurezza alimentare: https://www.efsa.europa.eu/it
La piena operatività del Sistema di Identificazione e Registrazione (I&R) degli stabilimenti, degli operatori e degli animali è stata rinviata al 31 dicembre 2024.
Entro la fine dell’anno saranno portate a termine tutte le procedure necessarie per l’implementazione completa del Sistema I&R.
Questo nuovo termine è stato stabilito tramite il decreto Milleproroghe, la cui conversione in legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
I termini inizialmente fissati dal manuale operativo, approvato con decreto del Ministro della Salute il 7 marzo 2023, per la gestione e il funzionamento del Sistema di Identificazione e Registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali (sistema I&R) sono stati prorogati. La scadenza originale per il completamento delle procedure era stata fissata a 180 giorni dall’entrata in vigore del Manuale operativo.
Si informa che EFSA ed ECDC hanno reso pubblico il report comunitario relativo alla resistenza antimicrobica dei batteri zoonotici e degli indicatori provenienti da esseri umani, animali e alimenti nel periodo 2021-2022.
Il report è stato rilasciato con un comunicato che sottolinea l’importanza di continuare gli sforzi nella lotta contro la resistenza antimicrobica (AMR) sia negli esseri umani che negli animali. “Sono necessari sforzi continui per combattere la resistenza antimicrobica (AMR) negli esseri umani e negli animali”
I dati riguardanti la sensibilità completa e la prevalenza di E. coli produttore di ESBL/AmpC indicano un miglioramento nella riduzione della resistenza antimicrobica negli animali destinati alla produzione alimentare.
La resistenza antimicrobica continua ad essere una seria minaccia per la salute pubblica che richiede un approccio multidisciplinare e l’impegno di diversi attori.
Il report è stato preceduto dalla pubblicazione del 4° report inter-agenzia EFSA/EMA/ECDC relativo all’analisi integrata tra il consumo di antibiotici negli animali e nell’uomo e relativo sviluppo di resistenza antimicrobica (JIACRA IV –2019–2021).
Dall’analisi condotta dalle tre agenzie emerge che i batteri E. coli, sia negli animali che negli esseri umani, stanno diventando meno resistenti agli antibiotici grazie alla riduzione complessiva del loro consumo. Questo dimostra che con adeguate misure e politiche, è possibile invertire le tendenze preoccupanti riguardanti la resistenza agli antibiotici.
Per ulteriori informazioni, si invita a consultare il comunicato completo al seguente link:
Link al comunicato: L’importanza di ridurre l’uso di antibiotici secondo un rapporto curato da tre agenzie UE | EFSA (europa.eu)
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha emesso un aggiornamento epidemiologico riguardante la diffusione della West Nile Virus in Europa, fornendo dati aggiornati fino al 4 gennaio 2024.
Secondo il rapporto dell’ECDC, nell’anno precedente si è verificata un’espansione del virus: il numero di Regioni colpite è aumentato del 31%. In particolare, l’Italia ha registrato il maggior numero di focolai negli uccelli, con 200 su un totale di 251 focolai confermati in tutta Europa.
Nel rapporto viene riportato che la prima data di insorgenza della malattia registrata, tra i casi acquisiti, è stata il 30 maggio 2023, in Italia, e l’ultima data di insorgenza della malattia è stata il 5 novembre 2023, sempre in Italia. La stragrande maggioranza dei casi, pari al 96%, si è manifestata tra luglio e settembre.
Maggiori dettagli sono consultabili ai seguenti link
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