Peste Suina Africana
L’Efsa ha pubblicato un nuovo parere scientifico relativo alla valutazione del rischio e delle rispettive misure di controllo e prevenzione della Peste suina africana in Europa.
Per controllare la diffusione della malattia nel continente europeo sono fondamentali le attività di sorveglianza, comunicazione e collaborazione
L’Efsa riporta che la probabilità di propagazione della malattia in direzione EST verso i nove paesi dell’U.E. non ancora colpiti (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Kosovo, Montenegro, Macedonia settentrionale, Serbia e Slovenia) sono molto elevate: 66% – 100%;
Al contrario la possibilità che la malattia diffonda in direzione ovest verso altri stati unionali, sono decisamente basse: 0% – 15%.
Per un efficace controllo della malattia le misure da applicare devono essere incentrate sulla diagnosi precoce e sulla preparazione.
L’agenzia raccomanda in particolare il rispetto dei seguenti punti:
- sorveglianza rigorosa (in particolare su cinghiali selvatici e suini domestici);
- misure atte a limitare l’accesso dei cinghiali selvatici al cibo;
- riduzione del numero di cinghiali selvatici mediante la caccia;
- attivazione di campagne di sensibilizzazione per viaggiatori, cacciatori, allevatori, ecc. al fine di ridurre il rischio di diffusione della malattia attraverso la circolazione di persone;
- comunicazione e collaborazione tra le autorità nazionali e le parti interessate a supporto delle campagne di sensibilizzazione;
- attività di formazione per veterinari, organismi competenti e cacciatori al fine di aumentare la probabilità di individuazione precoce e opportuno controllo.
Il 19 dicembre 2018 si è svolta a Bruxelles la Conferenza Ministeriale sul tema “Eradicazione della PSA in Europa “nel corso della quale è stata sottolineata l’importanza elaborare una strategia comune per una gestione, efficace e a lungo termine, della popolazione dei cinghiali. “In diverse regioni d’Europa la popolazione di cinghiali si è sviluppata in modo incontrollato, questo ha un ruolo importante nella diffusione e persistenza della malattia” come dichiarato dal Commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis. Pertanto si esortano tutti i paesi membri a favorire la collaborazione tra agricoltori, ambientalisti e cacciatori, al fine di mettere sotto controllo la proliferazione dei suini selvatici.
All’indomani della Conferenza di Bruxelles, la Direzione generale della Sanità Animale ha riunito i massimi esperti nazionali in tema di Peste Suina Africana, per la messa a punto di un piano di sorveglianza su tutto il territorio nazionale e per l’adozione del nuovo piano di eradicazione della malattia in Sardegna, dove la malattia è presente sin dal 1978, senza mai varcare i confini dell’Italia continentale.
Per prevenire la diffusione del virus, il Ministero della Salute invita a rispettare le seguenti precauzioni:
– non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale (come carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale);
– non portare in Italia prodotti a base di carne suina o di cinghiale, freschi o surgelati, salsicce, prosciutti, lardo da Paesi extra-europei;
– smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici;
– non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali;
– informare tempestivamente i servizi veterinari del ritrovamento di un cinghiale selvatico morto.
Per i cacciatori:
– pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia;
– eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate;
– evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato.
Per gli allevatori:
– rispettare le norme di biosicurezza, in particolare cambiare abbigliamento e calzature quando si entra o si esce dall’allevamento;
– scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti;
– notificare tempestivamente ai servizi veterinari sintomi riferibili alla Psa ed episodi di mortalità anomala tra gli animali.
Fonte : Ministero della Salute