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Da circa un mese, l’Italia ha aumentato l’allerta riguardante la diffusione della dengue presso i suoi punti di ingresso. Il Ministero della Salute ha fornito chiarimenti attraverso una nota emessa dalla (ex) Direzione Generale della Prevenzione, al fine di specificare l’applicazione delle misure di vigilanza sanitaria sui mezzi di trasporto e sulle merci provenienti dai paesi in cui è presente l’Aedes aegypti, vettore maggiormente competente per la trasmissione della Dengue. Queste misure si estendono anche ai paesi in cui il rischio di contrarre la patologia è considerato “frequente e continuo” secondo il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti. La circolare ministeriale richiama le disposizioni del Piano Nazionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025, con l’obiettivo primario di prevenire l’introduzione del vettore in Italia. A seguito dell’aumento dei casi di Dengue a livello globale, gli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera hanno innalzato il livello di allerta e vigilanza nei confronti dei vettori e delle merci provenienti dai paesi con un rischio rilevante di contrarre la malattia. Gli aeromobili che arrivano direttamente o indirettamente da paesi a rischio devono essere muniti di un certificato di disinsettazione residua, considerato il metodo più sicuro ed efficace per ridurre il rischio di trasporto di insetti e altri agenti infestanti capaci di trasmettere malattie. Tale disinsettazione non si limita alla cabina passeggeri, ma coinvolge anche la cabina di pilotaggio, le cappelliere, le stive e i servizi igienici. Lo stesso certificato è richiesto per le imbarcazioni di qualsiasi tipo, inclusi i natanti da diporto, provenienti da paesi al di fuori dell’Unione Europea, e deve essere presentato agli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera.

Per maggiori dettagli consulta la circolare del Ministero della Salute e gli allegati disponibili ai seguenti link:

Il Ministero della Salute, visto il regolamento (UE) n. 2016/429, ha adottato per il 2024 il Programma di Nazionale di Sorveglianza per l’influenza Aviaria – 2024. Il documento, parte integrante del decreto 30 maggio 2023 (Adozione del programma di sorveglianza dell’Unione europea per l’influenza aviaria nel pollame e nei volatili selvatici .), definisce il programma di sorveglianza dell’Unione per l’influenza aviaria ad alta patogenicità e l’infezione da virus dell’influenza aviaria a bassa patogenicità per l’anno 2024. Il Ministero della Salute, entro il 15 marzo del 2025, con le modalità di cui all’art. 9, paragrafi 1 e 2, e all’art. 6 del regolamento di esecuzione (UE) 2020/2002, provvederà a comunicare alla Commissione europea i risultati del programma di eradicazione.

Il Ministero della Salute supervisionerà e coordinerà l’implementazione delle varie attività con il supporto scientifico del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle.

Il Programma integra misure di sorveglianza attiva basata sui rischi (SBR) a un sistema di individuazione precoce, tramite sorveglianza passiva; la finalità è quella di segnalare alle autorità competenti l’individuazione dei virus sia ad alta che a bassa patogenicità così da implementare il quadro delle informazioni e delle conoscenze.

Il Piano prevede anche l’adozione di misure addizionali nel periodo di maggior rischio di diffusione, ovvero tra il 15 settembre e il 15 marzo, con indicazioni per specie animale e ubicazione degli allevamenti.

Sull’avifauna selvatica, al fine di potenziare la sorveglianza passiva, il programma prevede anche la possibilità di eseguire campionamenti e prove su volatili caduti in trappola, volatili sani cacciati, volatili sentinella.

Il Piano nazionale di Sorveglianza ed Eradicazione per la Peste Suina Africana (PSA) per l’anno 2024, anche alla luce della attuale situazione epidemiologica nazionale, prevede l’esecuzione di attività di sorveglianza nelle aree del territorio nazionale libere dall’infezione, ed attività di eradicazione nelle aree in cui la malattia è presente.

Ritenendo rilevante il rischio di ulteriori incursioni del virus sia per contiguità, sia attraverso il ‘fattore umano’, sul territorio continentale indenne è indispensabile innalzare il livello della sorveglianza passiva sia nelle popolazioni di suini selvatici che domestici. In particolare, si rende necessario consolidare il sistema nazionale di allerta precoce per PSA, migliorare le azioni di sorveglianza passiva, avviare strategie a medio-lungo termine per la gestione della popolazione di cinghiali, rafforzare il sistema di biosicurezza negli allevamenti suinicoli e proseguire le attività di comunicazione/informazione/formazione degli stakeholders.
Nei territori coinvolti dalla malattia le misure finalizzate alla eradicazione della PSA prevedono di contenere l’infezione nelle zone infette, riducendo progressivamente l’area di circolazione virale, ed evitare la diffusione alla popolazione suinicola. In particolare, le attività previste sono il rafforzamento della sorveglianza passiva, la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, la limitazione e la disciplina delle attività outdoor che possano influire sulle movimentazioni delle popolazioni di cinghiali potenzialmente infette determinandone l’allontanamento e il relativo rischio di diffusione del virus, la creazione di adeguate barriere di contenimento della popolazione selvatica, la sorveglianza attiva mediante trappolaggio/abbattimenti dei selvatici, l’abbattimento preventivo dei suini domestici, il divieto di movimentazione di suini vivi e loro prodotti fermo restando il ricorso al regime derogatorio previsto dalle norme vigenti, una adeguata campagna di comunicazione e informazione al pubblico.
In riferimento al target di campionamento sia nei domestici che nei selvatici, poiché il format del Piano 2024 non prevede più la suddivisione per regione e P.A. ma unicamente della qualifica sanitaria (zona indenne, ZR I, ZR II, ZR III), ogni regione e Provincia Autonoma, oltre alla valutazione della situazione epidemiologica locale e dei territori immediatamente circostanti, nonché delle specifiche territoriali, può mantenere come riferimento almeno le indicazioni di cui al Piano del 2023.
Relativamente alle attività di sorveglianza per Peste Suina Classica (PSC), nel 2024 continueranno a svolgersi come nell’anno precedente: i campioni prelevati per la sorveglianza virologica della PSA, sia negli allevamenti di suini domestici che nei selvatici, saranno utilizzati anche per la sorveglianza virologica della PSC.
La rete degli II.ZZ.SS. è stata autorizzata ad eseguire la diagnosi di prima istanza di Pesti Suine sui campioni di suini domestici e selvatici prelevati nell’ambito del Piano Nazionale. I test da eseguire da parte degli II.ZZ.SS. competenti per territorio comprendono analisi virologiche per la ricerca del genoma dei virus della PSA e della PSC attraverso metodiche biomolecolari (RT-PCR). Attualmente, ai fini degli obiettivi del Piano (early detection per la sorveglianza e misure rafforzate di sorveglianza passiva per l’eradicazione), non è prevista l’esecuzione di test sierologici, che possono essere richiesti caso per caso dal CEREP.

Il Ministero della Salute con una nota di chiarimento ha aggiornato il Piano Nazionale di Controllo delle Salmonellosi negli avicoli 2022-2024 adeguandolo al decreto I& R  Manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema di identificazione e registrazione degli operatori_ degli stabilimenti e degli animali Decreto 7 marzo 2023.

Pertanto, gli allevamenti di ovaiole con capacità strutturale uguale o superiore ai 50 capi devono applicare il piano integralmente e viene meno la possibilità di applicare un piano semplificato.

L’agenzia europea dell’ambiente avverte sui rischi per la salute legati all’aumento delle temperature. Centinaia di milioni di persone in più a rischio

Più dengue, diffusione di malaria, malattia del Nilo occidentale (West Nile): l’aumento delle temperature globali diventano una minaccia sanitaria. Nel dibattito sui cambiamenti climatici si pone attenzione alle ricadute ambientali, alla pressione sulla sicurezza alimentare, anche sulle ricadute sociali con il rischio di nuovi flussi migratori. Ma c’è un altro aspetto legato all’aumento delle colonnine di mercurio, ed è quello della salute.

L’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), nella sua valutazione dei rischi climatici di fresca pubblicazione, accede in riflettori sul cambiamento della diffusione di malattie oggi poco europee ma che europee potrebbero diventarlo. Il punto è che con nuove temperature si creano nuove condizioni anche per circolazione, proliferazione e resistenza di malattie, la cui gestione rischia di pesare, e non poco, sui sistemi sanitari nazionali e tradursi in nuovi costi per gli Stati.

https://www.eunews.it/2024/03/11/dengue-malaria-cambiamento-clima-europa/

Fonte: eunews.it

Il 30 gennaio 2024, il Punto Focale Nazionale del Regolamento Sanitario Internazionale (NFP RSI) dell’Uruguay ha notificato all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) un caso umano di infezione da virus dell’encefalite equina occidentale (WEE). Il paziente è un uomo di 42 anni originario di una zona rurale del Dipartimento di San Jose, nel sud dell’Uruguay. Questo è il primo caso umano confermato segnalato in Uruguay dopo più di un decennio; gli ultimi casi umani segnalati di WEE si sono verificati nel 2009.
La WEE è una rara malattia virale trasmessa dalle zanzare che colpisce gli equini e gli esseri umani. La maggior parte dei casi umani sono associati a epidemie negli uccelli o nei cavalli. Il virus ha il potenziale per diffondersi attraverso la migrazione di uccelli infetti o lo spostamento di persone e animali portatori del virus. Dato che gli uccelli fungono da serbatoio, possono fungere da ospiti amplificatori per la diffusione virale in altri paesi. I gruppi a rischio includono persone che vivono, lavorano o partecipano ad attività all’aperto in aree endemiche o dove sono presenti epidemie attive di malattie negli animali. I vaccini contro il virus WEE sono disponibili per gli equini. È consigliabile raggiungere un’elevata copertura vaccinale tra gli equini nelle aree considerate a rischio ed effettuare richiami vaccinali annuali.
Descrizione della situazione
Il 30 gennaio 2024, il Punto Focale Nazionale del Regolamento Sanitario Internazionale dell’Uruguay ha notificato all’Organizzazione Panamericana della Sanità/Organizzazione Mondiale della Sanità (OPS/OMS) un caso umano confermato di WEE. Si tratta di una persona di 42 anni proveniente da una zona rurale del Dipartimento di San Jose, è il primo caso umano di RAEE in Uruguay dal 2009 (1,2).
Il paziente ha manifestato i sintomi nei primi giorni di gennaio 2024, riferendo cefalea, febbre, fotofobia e vomito. Successivamente il paziente ha presentato un deterioramento della coscienza e i modelli di imaging medico erano compatibili con l’encefalite, richiedendo il ricovero in terapia intensiva per alcuni giorni. Attualmente il paziente è guarito ed è stato dimesso. (1,2).
Durante l’evoluzione della malattia del caso, l’analisi del liquido cerebrospinale è stata eseguita secondo il protocollo e le forniture disponibili nella regione. Il campione è stato elaborato dal Laboratorio Nazionale del Ministero della Salute dell’Uruguay. Inizialmente è stato ottenuto un risultato negativo mediante RT-PCR. L’evoluzione clinica del paziente ha richiesto ulteriori punture lombari, che sono state analizzate per il rilevamento di anticorpi IgM specifici per il virus WEE, e il 30 gennaio 2024 è stato ottenuto un risultato positivo (1,2).
Per quanto riguarda il contesto epidemiologico, l’individuo risiede in un’area rurale in un dipartimento del Paese con circolazione virale nota dei WEE; questo dipartimento ha la più alta incidenza di casi confermati negli equini nel paese. Secondo l’indagine epidemiologica il paziente non ha avuto contatti diretti con equini.
Tra il 5 dicembre 2023 e il 30 gennaio 2024, il Ministero dell’allevamento, dell’agricoltura e della pesca dell’Uruguay ha confermato 76 casi di WEE equini in 16 dipartimenti del paese: Artigas, Canelones, Cerro Largo, Durazno, Flores, Lavalleja, Montevideo, Paysandú, Río Negro, Rivera, Rocha, Salto, San José, Soriano, Tacuarembó e Treinta y Tres. Il Dipartimento di San Jose ha registrato la percentuale più alta di casi equini, pari al 30% dei casi equini confermati nel paese (3).
Epidemiologia
La WEE è una malattia rara trasmessa dalle zanzare causata dal virus omonimo, che appartiene al genere Alphavirus della famiglia Togaviridae, a cui appartengono anche i virus dell’encefalite equina orientale (EEE) e dell’encefalite equina venezuelana (VEE). I principali ospiti serbatoio dei virus EEE e WEE sono gli uccelli passeriformi. Negli esseri umani, il virus WEE può causare sintomi che vanno da moderati a gravi forme di meningite ed encefalite.
Il virus ha il potenziale per diffondersi in altre aree attraverso la migrazione di uccelli infetti o anche attraverso lo spostamento di persone e animali portatori del virus. Dato che gli uccelli fungono da serbatoio, possono fungere da ospiti amplificatori per la diffusione virale in altri paesi. I gruppi a rischio includono persone che vivono, lavorano o partecipano ad attività all’aperto in aree endemiche o dove sono dichiarate epidemie attive di malattia negli animali.
Il virus WEE circola principalmente nelle regioni occidentali del Canada e degli Stati Uniti e nel cono meridionale del Sud America. Dalla fine di novembre 2023, in Uruguay è stato osservato un numero significativo di focolai equini. L’ultimo caso umano di RAEE segnalato in Uruguay risale al 2009.
Attività di sanità pubblica
Le autorità sanitarie locali e nazionali hanno implementato misure di sanità pubblica basate sulle raccomandazioni PAHO/OMS recentemente pubblicate, con un approccio interistituzionale e globale tra salute animale, salute umana e salute ambientale (One Health). Ciò include il rafforzamento della capacità di individuazione, follow-up e monitoraggio della conferma di laboratorio dei casi sospetti; comunicazione del rischio con particolare attenzione alle misure di prevenzione e controllo a livello ambientale; controllo del vettore; e misure di protezione personale (1).
 
La comunicazione completa del Ministero della Salute è disponibile al seguente link: Ministero della Salute_Encefalite equina occidentale_0005260-19022024-DGPRE-DGPRE-P
Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è stato pubblicato il Regolamento di esecuzione (UE) 2024/808 del 29 febbraio 2024, ulteriore modifica del Regolamento di esecuzione (UE) 2023/594.
Il nuovo Regolamento riporta le zone di restrizione corrette che includono i nuovi Comuni delle province di Lodi, Pavia, Milano, Piacenza, Parma, La Spezia e Asti e, tra l’elenco dei comuni compresi nella zona di restrizione II, i due Comuni di Zeri e Pontremoli nella provincia di Massa-Carrara.

Il Ministero della Salute comunica che stante i risultati favorevoli della sorveglianza negli allevamenti suinicoli, nonché la richiesta della Regione Lombardia è stato rivalutato l’obbligo di validazione del Documento di Accompagnamento, pertanto tale adempimento resta vincolato solamente agli stabilimenti situati nelle zone soggette a restrizione per la peste suina africana (PSA). Per quanto riguarda le altre aree geografiche, si raccomanda una valutazione attenta e continua del rischio da parte degli osservatori epidemiologici (OEVR), in collaborazione con i Servizi veterinari locali e regionali, al fine di valutare la possibilità di estendere l’obbligo anche ad altre zone o singoli allevamenti.

È importante sottolineare che rimangono in vigore le ulteriori disposizioni indicate nella nota sopra menzionata, tra cui il test PSA sulla milza da eseguire in caso di aumenti anomali della mortalità, e l’obbligo di registrare i suini morti in allevamento entro 48 ore dall’evento se si trovano in zone soggette a restrizioni, e entro 7 giorni per il resto del territorio nazionale.