
oevadmin
- Piano Nazionale Benessere Animale 2021 (PNBA)
- Allegato 1 – Normativa
- Allegato 2 – Specie e categorie di animali (con tipologia e orientamento produttivo) da inserire in PNBA
- Allegato 3 – Denominatori per la scelta delle popolazioni da controllare con regole per calcolarli e tempistiche
- Allegato 4 -tabella Excel
- Allegato 5 – criteri per la categorizzazione del rischio
L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) mette a disposizione dei Servizi Veterinari degli Stati Membri una serie di ricerche sulla Peste Suina Africana (PSA) per colmare le principali lacune nelle conoscenze epidemiologiche e gestionali del problema.
Nella relazione Commissione europea evidenzia quattro principali ambiti di ricerca per i quali chiede all’Efsa di approfondire le conoscenze:
– misure di gestione dei cinghiali con l’obiettivo di ridurre o fermare la diffusione della PSA;
– potenziale di trasmissione vettoriale della PSA ;
– potenziale sopravvivenza della PSA nell’ambiente;
– possibili fattori che determinano la stagionalità della PSA nelle popolazioni di cinghiali e/o suini domestici.
Nel parere Efsa gli esperti affrontano il primo ambito di ricerca, concentrandosi sull’epidemiologia della PSA nei cinghiali al fine di supportare i gestori del rischio nel controllo della PSA.
Gli esperti hanno individuato 11 obiettivi di ricerca specifici e propongono per ciascuno di essi un protocollo di ricerca di durata annuale:
1) studio del ruolo e dell’ efficacia della caccia e dell’abbattimento professionale per il controllo della popolazione di cinghiali;
2) implementazione di metodi pratici per stimare la densità dei cinghiali;
3) valutazione olistica dei fattori che determinano la presenza di cinghiale in prossimità di diversi tipi di allevamento di suini, inclusi allevamenti all’aperto e sistemi di produzione estensiva;
4) accettazione di misure per la gestione dei cinghiali da parte dei cacciatori;
5) valutazione di sistemi per il miglioramento del coordinamento nel processo decisionale nazionale e internazionale;
6) studio degli aspetti fondamentali della dinamica delle popolazioni di cinghiali in tutta Europa;
7)verifica dell’efficacia dei metodi di isolamento del cinghiale (GPS) e dell’effetto su specie non bersaglio;
8) studio sulla consapevolezza e attuazione della biosicurezza tra gli allevatori di suini da cortile;
9) verifica dell’efficacia dei metodi di cattura dei cinghiali, comprese le implicazioni sul benessere e di accettabilità sociale;
10) effetto della disponibilità di cibo nelle aree naturali in relazione alla pasturazione e all’alimentazione sulle dinamiche di popolazione dei cinghiali;
11) impiego di cani addestrati nelle aree colpite dalla PSA per gestire le popolazioni di cinghiali.
L’Efsa ha pubblicato un Report sui dati scientifici raccolti in seguito alle attività di monitoraggio biennale su focolai di Scrapie Atipica. Lo studio è stato richiesto dalla Commissione Europea allo scopo di raccogliere prove sulla contagiosità della Scrapie Atipica (AS) per arricchire le conoscenze sull’epidemiologia di questa nuova forma di Scrapie.
Il monitoraggio rafforzato biennale delle Encefalopatie Trasmissibili (EST) delle aziende con un caso confermato di Scrapie Atipica è previsto dal Regolamento 999/2001 – allegato VII.
I dati analizzati provengono da 22 Paesi con casi indice di AS in ovini e/o caprini.
I risultati delle analisi dei dati raccolti non hanno fornito informazioni aggiuntive su diversi aspetti dell’epidemiologia della AS, quali: l’eventuale esistenza di fattori di rischio diversi dall’età o dal genotipo a livello sia di popolazione che individuale, la possibile origine della malattia, l’eventuale variabilità dei ceppi di AS circolanti nella popolazione dei piccoli ruminanti dell’U.E. e la relativa suscettibilità dei piccoli ruminanti.
Non si sono altresì notate differenze nell’epidemiologia della patologia tra capre e pecore.
Pertanto, in esito allo studio condotto, non risultando al momento nuove e significative prove che AS possa essere trasmessa tra animali in condizioni naturali sembrerebbe più probabile sia una malattia non contagiosa, piuttosto che contagiosa.
Di seguito il report pubblicato dall’EFSA
Dal mese di giugno 2021, inizio della sorveglianza stagionale, è stato segnalato in Italia in provincia di La Spezia il primo caso umano di infezione da West Nile Virus, manifestatosi in forma neuro-invasiva.
Il caso confermato dall’ISS è anche il primo segnalato in Europa.
Nello stesso periodo non si sono registrati casi di infezioni da Usutu virus.
I dati provengono dal secondo bollettino 2021 della sorveglianza integrata su West Nile e Usutu curato dal Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (IZS Teramo).
La febbre West Nile è provocata da un virus che utilizza come serbatoio uccelli e zanzare, le cui punture rappresentano il principale mezzo di trasmissione dell’infezione all’uomo. La maggior parte delle persone infette è asintomatica. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, eruzioni cutanee. I sintomi più gravi si manifestano in media in meno dell’1% delle persone infette, in genere anziani o soggetti debilitati, e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, e possono portare fino alla paralisi e al coma.
In Italia, la sorveglianza epidemiologica dei casi umani di malattia da virus West Nile è regolata dal Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (Pna) 2020-2025, ed è coordinata dall’ISS e dal Ministero della Salute. I dati sono poi trasmessi alla Commissione Europea e all’Ecdc.
E’altresì importante provvedere alla protezione individuale adottando i seguenti accorgimenti:
– Negli ambienti chiusi in cui non sia disponibile la climatizzazione è fortemente consigliata l’applicazione a porte e finestre di zanzariere a maglie strette, ovvero l’utilizzo di dispositivi elettro emanatori insetticidi liquidi o a piastrine;
– all’aperto, per la protezione individuale dalle punture di zanzare è consigliabile indossare indumenti di colore chiaro, il più possibile coprenti (maniche lunghe e pantaloni lunghi).
– E’auspicabile l’utilizzo di repellenti da applicare direttamente sulla pelle, ripetendo il trattamento con frequenza adeguata.
Per informazioni più dettagliate si consiglia di collegarsi ai sottostanti link: