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Il 18/02/2019 l’Efsa ha pubblicato un parere sul “Controllo delle salmonelle negli allevamenti avicoli per la tutela della salute pubblica “.

Dopo diversi anni di calo nel numero di casi di salmonellosi nell’Unione Europea, la tendenza si è arrestata.

La salmonellosi è la seconda malattia alimentare più diffusa dopo la campylobatteriosi nei Paesi dell’Unione: nel 2017, gli Stati membri hanno segnalato 91.662 casi nell’uomo.

Il nuovo report dell’Efsa indica che l’adozione di obiettivi più severi di ricerca per tale microrganismo nelle galline ovaiole, a livello di azienda, potrebbe determinare un dimezzamento dei casi.

Attualmente i Paesi membri sono tenuti a ridurre al 2% la proporzione di allevamenti infetti da determinati tipi di Salmonella. Gli esperti dell’Efsa stimano che se questo obiettivo fosse ridotto all’1%, i casi di salmonellosi trasmessi all’uomo tramite le galline ovaiole crollerebbero del 50%.

L’ obiettivo dell’1% è attualmente in vigore solo per gli allevamenti avicoli da riproduzione – all’inizio della catena di produzione di pollame – per cinque tipi di Salmonella, definiti rilevanti per la salute umana.

L’Efsa infine raccomanda di mantenere l’obiettivo esistente per tre di questi tipi e di sostituire gli altri due con tipi più rilevanti per la salute pubblica.

Nel parere pubblicato, gli esperti valutano anche il ruolo svolto dalla tipologia di stabulazione per le galline ovaiole. Nel 2012 l’UE ha vietato l’allevamento in batteria per le galline ovaiole a favore di sistemi di stabulazione alternativi che rispettino le norme sul Benessere animale (gabbie modificate o stabulazione all’aperto).

Gli esperti riportano che l’isolamento di Salmonella è inferiore nelle galline allevate con sistemi di stabulazione alternativi rispetto a quelle allevate con i tradizionali sistemi in gabbia.

Il Ministero della Salute rende liberamente accessibili i dati della Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica a tutti i cittadini. La Banca Dati Nazionale (BDN) dell’anagrafe zootecnica del Ministero della Salute è gestita dal Centro Servizi Nazionale, denominato CSN, istituito presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise.

Le informazioni registrate in BDN hanno valore ufficiale e garantiscono trasparenza e visibilità al patrimonio zootecnico nazionale.

I dati elementari aggregati presenti in BDN sono accessibili a tutti i cittadini in libera consultazione sul portale internet dei Sistemi informativi Veterinari, nella sezione “STATISTICHE ANAGRAFE”. Sono consultabili, per data/territorio/specie zootecnica, il numero di aziende, di allevamenti, di capi e si possono raccogliere ulteriori informazioni utili sul patrimonio zootecnico nazionale.

Tali dati sono privi di qualsiasi riferimento che permetta l’identificazione diretta delle unità aziendali.

 

 

Il 19 dicembre 2018 si è svolta a Bruxelles la Conferenza Ministeriale sul tema “Eradicazione della PSA in Europa “nel corso della quale è stata sottolineata l’importanza elaborare una strategia comune per una gestione, efficace e a lungo termine, della popolazione dei cinghiali. “In diverse regioni d’Europa la popolazione di cinghiali si è sviluppata in modo incontrollato, questo ha un ruolo importante nella diffusione e persistenza della malattia” come dichiarato dal Commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis. Pertanto si esortano tutti i paesi membri a favorire la collaborazione tra agricoltori, ambientalisti e cacciatori, al fine di mettere sotto controllo la proliferazione dei suini selvatici.

All’indomani della Conferenza di Bruxelles, la Direzione generale della Sanità Animale ha riunito i massimi esperti nazionali in tema di Peste Suina Africana, per la messa a punto di un piano di sorveglianza su tutto il territorio nazionale e per l’adozione del nuovo piano di eradicazione della malattia in Sardegna, dove la malattia è presente sin dal 1978, senza mai varcare i confini dell’Italia continentale.

Per prevenire la diffusione del virus, il Ministero della Salute invita a rispettare le seguenti precauzioni:

– non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale (come carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale);
– non portare in Italia prodotti a base di carne suina o di cinghiale, freschi o surgelati, salsicce, prosciutti, lardo da Paesi extra-europei;
– smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici;
– non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali;
– informare tempestivamente i servizi veterinari del ritrovamento di un cinghiale selvatico morto.

Per i cacciatori:
– pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia;
– eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate;
– evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato.

Per gli allevatori:
– rispettare le norme di biosicurezza, in particolare cambiare abbigliamento e calzature quando si entra o si esce dall’allevamento;
– scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti;
– notificare tempestivamente ai servizi veterinari sintomi riferibili alla Psa ed episodi di mortalità anomala tra gli animali.

Fonte : Ministero della Salute