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Il 13 febbraio 2019 si è svolta a Bruxelles la prima riunione dello Standing Group of Experts on Rabies in Europe (SGE RAB1), che fa capo all’OIE e che ha coinvolto i rappresentanti di 13 Paesi dei Balcani e della Russia. La finalità dell’incontro è stata quella di produrre interventi congiunti per eradicare la rabbia nei paesi dell’EST.
La Rabbia è una malattia infettiva ad esito letale causata da un virus del genere Lyssavirus che colpisce i mammiferi, incluso l’uomo.
Nel corso della riunione, ciascun Paese ha illustrato la propria situazione epidemiologica ed i piani vaccinali adottati. Dal confronto è emerso che la sorveglianza e il monitoraggio della malattia sono ancora deboli, che le vaccinazioni sono discontinue e le strategie di lotta, troppo diversificate.
Risulta pertanto essenziale gestire la situazione con un coordinamento tecnico unico che implementi e verifichi le attività di vaccinazione orale nei carnivori selvatici per eradicare la malattia.
Il Gruppo ha approvato un documento di Raccomandazioni che sottolinea l’importanza di non interrompere i piani di vaccinazione orale prevedendo piuttosto per essi una durata non inferiore a 6 anni e di non sospendere gli stessi prima di due anni dall’ultimo caso confermato di malattia.
Il Gruppo ha anche proposto la creazione di una Banca di vaccini da utilizzare in caso di emergenze su scala euro-regionale.
Per quanto l’Italia risulti attualmente indenne dalla rabbia, avendo debellato la malattia nel 2013, la presenza di focolai nei Paesi confinanti spinge la nostra Nazione a non abbassare la guardia e a mantenere sempre alto il livello di sorveglianza veterinaria per evitare il rischio di reintroduzione della malattia.
Il 18/02/2019 l’Efsa ha pubblicato un parere sul “Controllo delle salmonelle negli allevamenti avicoli per la tutela della salute pubblica “.
Dopo diversi anni di calo nel numero di casi di salmonellosi nell’Unione Europea, la tendenza si è arrestata.
La salmonellosi è la seconda malattia alimentare più diffusa dopo la campylobatteriosi nei Paesi dell’Unione: nel 2017, gli Stati membri hanno segnalato 91.662 casi nell’uomo.
Il nuovo report dell’Efsa indica che l’adozione di obiettivi più severi di ricerca per tale microrganismo nelle galline ovaiole, a livello di azienda, potrebbe determinare un dimezzamento dei casi.
Attualmente i Paesi membri sono tenuti a ridurre al 2% la proporzione di allevamenti infetti da determinati tipi di Salmonella. Gli esperti dell’Efsa stimano che se questo obiettivo fosse ridotto all’1%, i casi di salmonellosi trasmessi all’uomo tramite le galline ovaiole crollerebbero del 50%.
L’ obiettivo dell’1% è attualmente in vigore solo per gli allevamenti avicoli da riproduzione – all’inizio della catena di produzione di pollame – per cinque tipi di Salmonella, definiti rilevanti per la salute umana.
L’Efsa infine raccomanda di mantenere l’obiettivo esistente per tre di questi tipi e di sostituire gli altri due con tipi più rilevanti per la salute pubblica.
Nel parere pubblicato, gli esperti valutano anche il ruolo svolto dalla tipologia di stabulazione per le galline ovaiole. Nel 2012 l’UE ha vietato l’allevamento in batteria per le galline ovaiole a favore di sistemi di stabulazione alternativi che rispettino le norme sul Benessere animale (gabbie modificate o stabulazione all’aperto).
Gli esperti riportano che l’isolamento di Salmonella è inferiore nelle galline allevate con sistemi di stabulazione alternativi rispetto a quelle allevate con i tradizionali sistemi in gabbia.
Il Ministero della Salute rende liberamente accessibili i dati della Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica a tutti i cittadini. La Banca Dati Nazionale (BDN) dell’anagrafe zootecnica del Ministero della Salute è gestita dal Centro Servizi Nazionale, denominato CSN, istituito presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise.
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I dati elementari aggregati presenti in BDN sono accessibili a tutti i cittadini in libera consultazione sul portale internet dei Sistemi informativi Veterinari, nella sezione “STATISTICHE ANAGRAFE”. Sono consultabili, per data/territorio/specie zootecnica, il numero di aziende, di allevamenti, di capi e si possono raccogliere ulteriori informazioni utili sul patrimonio zootecnico nazionale.
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