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Dal mese di giugno 2018 sono stati confermati diversi casi di West Nile Disease (Wnd).

Il  primo caso umano confermato nella forma neuro invasiva è stato segnalato a Rovigo, nello stesso periodo è  stata accertata altresì la circolazione del virus responsabile della infezione nel corso dell’attività di sorveglianza veterinaria sugli insetti vettori dell’infezione in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.

Ad oggi i casi notificati in Italia ( Bollettino CESME n.8) sono 255 : 116 segnalati nel Veneto, 118 in Emilia Romagna, 10 in Piemonte, 7 in Lombardia, 2 in Friuli Venezia Giulia e 2 in Sardegna; di essi, 113 presentano un quadro sintomatologico grave a carattere neuro invasivo. Sono stati riportati  10 casi di decesso.

La West Nile disease è una malattia virale sostenuta da un flavivirus. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture rappresentano il principale mezzo di trasmissione all’uomo .

Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono : trapianti di organi, trasfusioni ematiche, trasmissione materno-fetale.

La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

Nella maggior parte dei casi  la sintomatologia  nell’uomo è silente e dunque di difficile lettura; tuttavia in alcune specifiche situazioni quali  immunodepressione, debilitazione, età avanzata, patologie croniche ecc. possono verificarsi complicanze di natura neurologica, come meningiti od encefaliti.

La Sorveglianza umana è coordinata a livello nazionale dal  Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità con il supporto del Ministero della Salute che trasmette i dati alla Commissione Europea e dall’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). Le Regioni in piena autonomia definiscono i documenti normativo – programmatici per la sorveglianza epidemiologica e di laboratorio sul loro territorio e trasmettono i dati all’Istituto Superiore di Sanità ed al Ministero della Salute secondo il flusso riportato nel Piano Nazionale integrato e risposta al virus West Nile e Usutu.

Le attività di Sorveglianza in ambito veterinario sono coordinate a livello nazionale dal Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie Esotiche (CESME) istituito da Ministero della Salute presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “ G. Caporale “cui afferiscono le attività di conferma diagnostica e la gestione dei dati trasmessi al Ministero della Salute secondo il flusso previsto dallo specifico Piano

I dati del sistema di sorveglianza vengono periodicamente aggiornati e riportati nel bollettino periodico CESME.

Il Ministero della Salute informa che le autorità bulgare hanno accertato la presenza di peste dei piccoli ruminanti (PPR) in tre aziende ovi-caprine situate nel villaggio di Voden, regione di Yambol, localizzato a circa 10 chilometri dalla frontiera turca. La conferma è arrivata a seguito delle analisi effettuate dal Laboratorio europeo di riferimento (EURL CIRAD).

Si tratta della prima notifica in assoluto nel territorio dell’Unione Europea.

La PPR è una malattia altamente contagiosa che colpisce ovini, caprini e ruminanti selvatici, endemica in molti Paesi dell’Africa, Medio Oriente e Asia. In Turchia ha fatto la sua comparsa nel 1992 nell’Anatolia sud-orientale, diffondendosi poi rapidamente in tutte le regioni.Si manifesta con un andamento acuto caratterizzato da febbre, anoressia, scolo nasale ed oculare, erosioni ed ulcere delle mucose dell’apparato digerente, diarrea e marcata leucopenia con immunosoppressione. Gli animali gravidi possono abortire. I tassi di morbilità e mortalità sono variabili, ma possono raggiungere rispettivamente il 100% e l’80-90%. Si trasmette generalmente per contatto diretto con animali infetti o con le loro feci e secrezioni fresche (es. saliva, muco nasale). Nelle carni fresche refrigerate il virus può sopravvivere per alcuni giorni.

Non è una zoonosi e non comporta alcun rischio per la salute umana, tuttavia l’impatto economico per le comunità rurali basate sulla pastorizia può essere devastante, contribuendo nei paesi meno sviluppati ad aggravare situazioni di povertà, malnutrizione e instabilità sociale. Per questa ragione la FAO e l’OIE hanno lanciato un programma congiunto per giungere all’eradicazione globale della PPR entro il 2030.

Le autorità bulgare hanno già messo in atto le misure previste dalla Direttiva 92/119/CEE, tra cui l’abbattimento e la distruzione degli ovi-caprini presenti nelle aziende infette (stamping out), seguito da pulizia e disinfezione. Tali misure sono accompagnate dalla definizione di una zona di protezione e di una zona di sorveglianza, rispettivamente di almeno 3 e 10 Km di raggio, e da restrizioni alla movimentazione di animali vivi e prodotti derivati. La vaccinazione è consentita solo come intervento complementare ad altre misure di controllo e a seguito di autorizzazione della Commissione europea.

Oltre alle disposizioni prese dalle autorità bulgare, con la Decisione di esecuzione (UE) 2018/911 della Commissione del 25 giugno 2018 sono stati stabiliti ulteriori provvedimenti cautelari al fine di impedire la diffusione della malattia.

 

fonte : Ministero della Salute